Berna e la libertà di vivere senz’auto

Per tutte quelle volte che vi hanno ripetuto, che la macchina è sinonimo di libertà

Immaginate di camminare per le strade di una città, e sentire solamente il cinguettio degli uccelli, e le risate dei bambini provenire dai cortili erbosi di alcune abitazioni

E no, non stiamo parlando del periodo dei Lockdown, ma delle “Zone 20” che stanno esplodendo in Svizzera

Grazie all’associazione MobiGe, Famiglie Senz’Auto e al comitato SiTram, sempre Genovese, ho avuto la possibilità di trascorrere tre bellissime giornate in Svizzera, alla scoperta della impressionante ed affascinante organizzazione che sta dietro al meraviglioso sistema di trasporto svizzero

Oggi mi soffermerò un attimo sulle città di Berna (e Lucerna, nel prossimo articolo) dove abbiamo avuto l’occasione di esplorare nel dettaglio le così dette “Zone 20”, o “Zone di incontro”

Una strada di Bümpliz, quartiere senz’auto di Berna

Le Zone 20, sono quartieri residenziali estremamente verdi, pensati per una vita totalmente car-free.

Per essere sinceri, la possibilità di utilizzare la macchina in questi quartieri esiste, ma è estremamente vincolata: Per gli oltre 250 appartamenti di un segmento del quartiere di Bümpliz Nord a Berna, vi sono solo 14 posti auto. I residenti, possono ricevere l’assegnazione di un posto auto, se dimostrano di averne assoluto bisogno. Questi posti auto, sono assegnati a poliziotti, medici o vigili del fuoco. All’interno del quartiere, le persone in possesso del posto auto, sono autorizzate a guidare verso la propria abitazione, con limite di 20 km/h. Da qui il nome “Zona 20”.

Le Zone 20, come dicevo, sono anche chiamate “Zone di incontro”.

Quante volte avrete sentito dire da persone anziane, che ai loro tempi, i bambini giocavano in strada, perchè non c’erano macchine?

Credo tante. Da un certo punto in poi però, l’esplosione della lobby dell’automobile, ci ha “costretto” a cedere le nostre città e le nostre libertà alle case automobilistiche.

Periferia di Milano. Le macchine, in doppia fila, invadono persino il marciapiede.

Nella società attuale, questo è considerato “normale”, dalla maggior parte delle persone.

In Italia e in tutti gli altri paesi auto-centrici, viene dato in oltre per assodato che il trasporto pubblico debba fare schifo. Che il trasporto pubblico sia esclusivamente una forma di welfare che consenta alle persone molto povere, e ai minorenni, di raggiungere la scuola o il luogo di lavoro. Viene considerato assolutamente normale, non avere un’alternativa all’auto per muoversi da un punto A ad un punto B. Ed è estremamente radicato nella collettività, il fatto che tutto ciò sia normale e invariabile. Ma nella realtà, non è cosi.

Dunque, come ci si muove in questi idilliaci quartieri senz’auto?

Beh… Con questi due strumenti alieni

Tram della linea 8 al capolinea Brünnen Westside, a Berna
La linea S51, servizio che rinforza la linea S5 nel tratto urbano a Berna fa capolinea a Brünnen Westside, senza che ci sia un terzo binario. Dato il tempo di cambio banco piuttosto breve, i treni fanno capolinea in piena linea ferroviaria. Provate a proporlo in Italia, e raccontatemi delle reazioni di sdegno. Questo servizio, in Italia, non potrebbe esistere.

Naturalmente, anche gli autobus hanno il loro spazio nella zona 20, quando questo serve a raggiungere il più vicino interscambio col ferro. Questo, avviene mediante “panettoni” digitali: Sbarrano la strada alle auto, ma si abbassano all’arrivo dell’autobus

Ingresso del quartiere. I panettoni, si abbassano all’arrivo dell’autobus
Le arterie principali del quartiere, sono dedicate al tram

Ora, posto che naturalmente tento di fare foto che non immortalino le persone, probabilmente questo quartiere vi sembrerà un po’ desolato

Allora proviamo a fare un esercizio insieme:

Pensate al vostro quartiere, di periferia, quello in cui vivete o uno che conoscete. Ora, immaginate che di colpo, per un fortuito incantesimo, spariscano tutte le auto.

Oppure, molto più particamente, andate a riguardare la foto di Milano qui sopra, ed immaginate che tutte le auto che ci sono, spariscano. Sarei rimasto solo io. Tutte le persone che si trovano in quelle macchine, non riempirebbero nemmeno un quarto di uno dei tram che passano per Brünnen e Bümpliz

Togliendo tutte le auto da un quartiere periferico, otterreste probabilmente l’effetto che vedete nella foto sopra.

Ma muovendovi verso il centro, se vivete in una città senz’auto, troverete questo

“Vorplatz” della Käfigturm, pochi chilometri più avanti, nel centro di Berna

Questo, pochi chilometri più avanti, rappresenta all’incirca ciò a cui ogni città dovrebbe ambire.

Ed ecco, che da questa meravigliosa piazza centrale, salendo sul tram 8 che vedete, si arriva in periferia, senza che tale periferia faccia schifo.

La periferia, sarà una bellissima zona silenziosa ed immersa nel verde, lontana dal caotico vociare del centro città, e lontanissima, fisicamente e concettualmente, dal fastidioso rumoreggiare delle automobili.

L’associazione SiTram di Genova, si batte da anni per concretizzare le varie proposte di tramvie che si sono nel tempo susseguite, nel capoluogo ligure, e che sono restate su carta, o prontamente trasformate in qualcos’altro, che non è un tram, ma fa finta di esserlo (la esistente Stadtbahn che chiamano metropolitana, o i progetti dello “SkyMetro” e della filovia.

Su un quotidiano locale, il sindaco di Genova, sostiene che il tram non vada fatto, perchè “il mondo sta andando in un’altra direzione: quella dell’autobus elettrico”.

Signori politici: Ci siete o ci fate? Quale “mondo” starebbe andando nella direzione dell’autobus elettrico al posto del tram? Le tramvie stanno ritornando ovunque, in Europa, e persino in nord America. Spuntano come funghi, nelle città dove il tram era stato abbandonato negli anni ’60-’70-’80, perchè qualcuno riteneva che l’autobus fosse il futuro. Poi, hanno scoperto che gli autobus sono piccoli, e restano imbottigliati nel traffico. Negli utlimi 20 anni, il tram si sta riaffermando come sistema di forza nella mobilità locale a corto raggio. L’autobus per servire le comunità più piccole, il tram per servire celeremente ma in modo capillare la città, e poi la metropolitana e la S-Bahn per collegare il centro alla periferia nel modo più rapido possibilie.

In quale mondo vivono i nostri politici? Quello delle mode? La moda dell’autobus elettrico e di qualunque sistema di trasporto sia inconvenzionale, costoso e con una capacità di trasporto limitata? (Spoiler: Si. Ma fortunatamente il mondo decente non funziona così)

Insomma, ripetiamo per l’ennesima volta:

Cities were made for people and trams, not cars!